UNA SCELTA CHE SI RINNOVA

Storia di Costantin Negoita
A cura di Monica Rosselli

Il mio nome è Constantin Negoita, vengo dalla Romania.

Sono venuto qui con visto di lavoro rinnovato di anno in anno. Dopo il 2005 ho portato in Italia mia moglie, la figlia è rimasta a studiare in Romania.

Nato nel 1967, nel 20O2 avevo 35 anni, ero sposato dal 1989.

Io sono venuto in Italia quando mia figlia aveva 10 anni è stato un bel sacrificio, la bambina è rimasta con la mamma fino al termine della terza media.
Dopo è andata in collegio in città per tutto il liceo e adesso è all'Università. E' al terzo anno. Farà poi un Master.

Lei ha capito che facciamo tutto per lei, ci sono bambini bravi in Romania che non possono finire gli studi, perché il babbo non ha i soldi per mantenerli , sicché abbiamo deciso di fare questo sacrificio, se non era brava si abbandonava e ognuno faceva per sé. Ma quando vedi che un figlio è bravo, si sacrifica, prende bei voti...

Non mi sono pentito di essere venuto.

All'inizio è difficile, ma noi siamo latini, molte parole sono simili, cambiano le terminazioni, io capivo, ma non potevo parlare...quando vuoi parlare, ma non riesci...ho dovuto imparare un po' di grammatica.

Sono stato un anno nella villetta del datore di lavoro, poi dopo un anno, mi sono trasferito nella casa dove abito tutt'ora.

In questa abitazione non c'è riscaldamento, in cucina abbiamo la cucina economica, ci scaldiamo con la legna, ma abbiamo acqua calda e corrente elettrica, la casa è molto vecchia, non saprei quanto. Veniamo dall'Est Europa e quindi ...siamo resistenti al freddo.

Ogni anno vado in Romania, in ottobre di solito; mia figlia è venuta 3 volte qui da noi.

Ho studiato 4 anni di Liceo in Agricoltura, 2 anni per “colture grandi” come dicono in Romania, mais e altro, e ho preso il diploma.

Dal campo, sono poi passato come magazziniere in un silos, dal 1985 al 2002.

Volevo cambiare la vita , non ero mai uscito dalla Romania, avevo un cugino qui, sono arrivato esattamente il 15 di giugno del 2002.

Non mi sono pentito di essere venuto.

In agricoltura è faticoso, esposto sempre al caldo, al freddo…

L'importante è una buona organizzazione, 3 anni fa abbiamo avuto una vendemmia eccezionale, 79 tonnellate di uva contro le 40 circa normali, abbiamo fatto tutto noi: siamo in due, io e un altro ragazzo di nome Luca.

Abbiamo 8 ettari di vigna e 800 ulivi, dalla potatura alla legatura, tutto...e io faccio anche il trattorista, poi facciamo giardinaggio un po'di tutto.

L'orario, sono 6 ore e mezzo al giorno, si inizia facciamo l' esempio del mese di aprile alle 8 e si finisce alle 15.30 circa, sabato e domenica esclusi, a meno che non ci siano emergenze.

Per esempio c'è da fare un trattamento si fa anche nei giorni di festa se è urgente.

Un lavoro simile lo facevo anche in Romania, sulla mia terra personale, potavo le viti, gli olivi in Romania non ci sono.

I macchinari sono uguali in Italia e in Romania solo ora dopo 12 anni. Prima quando c'era Ceaucescu, niente entrava in Romania, dopo la rivoluzione c'è stato un momento di confusione, ora è un piacere vedere i macchinari che ci sono anche lì.

Dove abito io è considerato il granaio della Romania è tutta pianura , non ci sono montagne. Ho casa e 7 ettari di terra a Buzau, 80 chilometri a nord di Bucarest .Quando non ci sono, custodisce la terra il mio babbo.

Qui lavoro con il mio collega, il rapporto di lavoro è buono ed è per questo che sono rimasto.

Se non mi trovavo non ero rimasto, andavo d'accordo con trenta persone in Romania, figuriamoci qui con due.

Se ti piace questo lavoro, lo fai, quando hai preso in mano la situazione, la porti avanti.

Dipende che mentalità hai per fare questo lavoro, io oggi non potrei fare un altro lavoro, non potrei fare il muratore.

Poi ti abitui con i compagni e con il padrone, sai quanto è esigente, quanto ti chiedi, quanto puoi fare tu.

Io ho studiato non solo agricoltura, al liceo da noi ho imparato a saldare e a fare altre cose, anche di meccanica. Io ho vissuto tutta l'epoca di Ceaucescu sino a quando è stato ammazzato, da noi era così, c'era la poliqualificazione per tutti, per me era una cosa buona. 

Qui non ho avuto mai problemi rispetto alla considerazione del lavoro che faccio, non mi sono accorto di differenze, in Romania non si fa differenza tra un contadino e un altro lavoratore, siamo tutti uguali.

Quando si dice un contadino si pensa a classi sociali basse, questo in Romania non succede.

Nel futuro penso di rimanere ancora in Italia, non so per quanto, dipende dalla situazione in Romania. 

Qui mi trovo bene e ho fatto numerose conoscenze e amicizie sul territorio.

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